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29 novembre 2002
 
Le scarpe antinfortunistiche per edilizia hanno un puntale in ferro che impedisce lo schiacciamento o il ferimento delle dita.
Gli ingressi delle banche spesso sono dotati di metal detector.
Questo conflitto di interessi causa situazioni fastidiose che posso riassumere nei seguenti tre casi:

1) La porta a vetri girevole della banca non si apre e una voce registrata mi invita a depositare nell'apposita cassettiera gli oggetti metallici in mio possesso. Cerco di attirare l'attenzione degli impiegati e poi mi esibisco in un indecoroso tentativo di spiegazione mimica del problema. L'impiegata non ha la minima idea di cosa voglio significargli mentre con una mano tengo sollevato il piede all'altezza dell'ombelico, con l'altra indico la punta della scarpa, saltello qua e là e articolo in playback: "Lee scaarpee... soonoo lee scaarppeeee". Comunque APRE, forse per curiosità, forse per compassione.
2) La porta a vetri girevole non si apre e una voce registrata mi invita a depositare nell'apposita cassettiera gli oggetti metallici in mio possesso. Smanacco, gesticolo, mi scalmano e alla fine l'impiegato comprende la questione. Si avvicina al microfono e lo sento intimarmi: "Lei deve togliersi le scarpe".
Io cambio banca.
3) Il metal detector è tarato in modo tale da permettere l'ingresso di un mezzo corazzato di medie dimensioni. Io entro tranquillamente con le scarpe antinfortunistiche e già che ci sono mi porto dietro il grosso trapano nero con impugnatuta anatomica che non entra nell'apposita cassettiera ma che visto da lontano somiglia tanto a una mitraglietta.
C'è un attimo, un lunghissimo attimo di silenzio in cui tutti gli sguardi sono su di me. Poi il ticchettìo sulle tastiere e il parlottìo riprendono.



28 novembre 2002

 
Esausto.

Il lavoro è cavavoglie (vecchio detto toscano)



24 novembre 2002

 
tanali1.JPGIl Lago di Bientina (detto "di Sesto" sulla sponda lucchese) era il lago più grande della Toscana. Venne prosciugato tra il XVIII e il XIX secolo per mezzo di canali, uno dei quali passa sotto l'alveo dell'Arno.*
Nel caso di piogge particolarmente abbondanti, come in questi giorni, parti della bonifica si allagano nuovamente e si popolano di aironi, garzette e gabbiani. Per qualche giorno il tempo torna indietro.

*Questo canale è comunemente detto "La Botte" per il tipo di copertura a volta. Tanto di cappello ai costruttori.




23 novembre 2002

 
Tre morti in tre giorni nei cantieri edili toscani.
A Pistoia un giovane camionista travolto dal carico di rete elettrosaldata che si è staccato dalla gru.
A Firenze un marocchino quarantenne sepolto dal crollo delle pareti dello scavo in cui stava lavorando.
A Livorno un carpentiere quarantaduenne volato giù da una copertura dell'Agip Petroli per un colpo di vento.
Ok... la sicurezza totale è un'utopia, ma a giudicare da quello che ho letto queste morti si sarebbero potute evitare facilmente. Invece, quante volte per risparmiare cinque minuti rischiamo tutto?



21 novembre 2002

 
Salendo sulla Cupola del Brunelleschi si trovano delle murature eccezionali, dei mattoni "messi di spina" che non si giustificano tecnicamente, si vede questo lavoro eseguito con una perfezione totale, lassù in alto dove va , o prima andava, pochissima gente.
Si va nelle cattedrali francesi su in alto, sull'ultima guglia fino in cima e si trova una scultura di livello altissimo, realizzata con cura, con un interesse veramente sorprendente, con una coscienza indescrivibile. Ma perché l'autore ha fatto un lavoro così prezioso se nessuno lo vedrà mai? Perché per vederlo ci vogliono le scale e soltanto uno che abbia un interesse particolare, riesce forse ad ammirarlo.
Questo è un fatto stupendo, il suo nome nessuno lo sa e lassù nessuno vedrà la sua opera, ma che importa, non importa nulla, lui ha fatto quel che doveva fare.


da Dove si incontrano gli angeli di Giovanni Michelucci

Mi sembra che lo schizzo nel sito del "Centro di documentazione G. Michelucci" sia capovolto. Ho le traveggole?



15 novembre 2002

 
Sono contento di non essere andato a Bologna per il compleanno di Polaroid. Uno rischia di mettersi nei guai, di questi tempi.
Intanto si sono ritrovati in parecchi da diverse parti d'Italia, che è già sospetto: una bella accusa di associazione sovversiva ci starebbe tutta. Poi è gente criticona, che sui blog scrive peste e corna del Governo. Obiettivamente Lo ostacola.
Almeno uno di loro era a Genova per il G8 (vuoi che non gli sia rimasta una sciarpina da qualche parte?).
Erano sicuramente in possesso di bottiglie di vino contundenti e di CD musicali che in mani esperte diventano terribili lame rotanti.
Ho fatto bene a non andare a Bologna. Mica ci tengo a diventare un esperto di edilizia carceraria.

Aggiornamenti minuto per minuto su Indymedia, discussioni sul blog di Pino Scaccia, segnalazioni su quello di Sabelli Fioretti



14 novembre 2002

 
buon compleanno polaroid




11 novembre 2002

 
Anna ha aspettato per un po' gli amici alla stazione, poi è partita da sola per Firenze.
Anna ha quindici anni e la marea di gente che da Santa Maria Novella camminava verso il corteo del Social Forum l'ha intimorita. Appena ha visto due ragazzi che le ispiravano fiducia, ha chiesto semplicemente: "Posso stare con voi?"
Me lo raccontava ieri mentre raccoglievamo ulive in una bella domenica di sole.

Ho provato la stessa cosa per migliaia di volti incontrati nei viali della manifestazione. Una fiducia senza motivo, la sensazione di appartenerci in qualche modo l'un l'altro. Mai visti tanti sorrisi, mai avvertito tanto rispetto per gli altri.
E' un movimento fragile e confuso, pieno di note stridenti e contraddittorie, ma c'è. Si nutre delle differenze, si coagula intorno a impulsi comuni perché i sentimenti sono più forti delle ideologie, i volti sono più importanti delle bandiere..

C'era una famiglia intera di filippini che ballava sul balcone di casa in perfetta sincronia e si godeva gli applausi.
C'era un anarchico che arringava la folla dal tetto di una baracca ( Mim*ina era lì vicino a me e io non lo sapevo, magari c'era anche Ludik).
C'era Firenze che per un giorno era città e non parcheggio.
C'erano Franco, Enzo e Laura, Leonardo, Madame Defarge, la Pizia, Alice, Samuele e Martina...
C'era Anna che da qualche parte portava a spasso i suoi quindici anni.




08 novembre 2002

 
Il mio viaggio d'avvicinamento al Social Forum di Firenze è cominciato con cielo grigio e vento freddo. A Empoli stamattina c'era un incontro di Alex Zanotelli con gli studenti delle scuole medie e superiori. Un migliaio di studenti e insegnanti hanno ascoltato Alex parlare dell'Africa e dell'Italia, del presente e del futuro che loro, "l'ultima generazione di pellerossa", dovranno affrontare. Hanno fatto domande, chiesto suggerimenti per un'azione che concretizzi l'affermazione "basic needs are basic rights". Tre ore di attenzione e partecipazione commossa che, lo confesso, mai mi sarei aspettato da questi ragazzi che anch'io spesso giudico frettolosamente, superficialmente...

Il cielo si è rasserenato e sono arrivato a Firenze. La stazione semivuota mette un po' d'inquietudine, ma è solo un'impressione passeggera. La città è tranquilla, la Fortezza da Basso e il Palazzo dei Congressi sono percorsi da una folla variopinta e stranamente poco rumorosa. Voci morbide su moquette solidali, un'atmosfera composta e serena. Forse troppo, cazzo.
Domani torno da queste parti... c'è la possibilità di un blogal forum

Cronaca e immagini su Mim*mina, Bellacci e Venturi





07 novembre 2002

 
Quando ci passi accanto per andare al mare, Camp Darby è un lungo rettilineo di filo spinato. Oltre la rete c'è la stessa America che siamo abituati a vedere al cinema o in tv. Automobili enormi, file di soldati che corrono dietro una bandiera, il campo da baseball, i grassoni colossali che arrancano sui prati immacolati.
Loro sembrano perfettamente a loro agio, noi un po' meno. Come se dentro un recinto ci fossimo noi.




05 novembre 2002

 
Era già da un po' di tempo che un componente del Governo non ci deliziava con qualche sproposito. Ci ha pensato il ministro dei Beni Culturali Giuliano Urbani a tenere alta la media: in un'intervista a la Repubblica ha rivelato l'esistenza di un disegno di legge per vietare cortei e manifestazioni nelle città d'arte. In casi eccezionali, dice lui.
A me lì per lì viene da ridere (non mi sembra possibile che questi signori facciano sul serio), poi faccio una rapida rassegna dei precedenti e mi passa la voglia.
Vietare i cortei nelle città d'arte italiane: un bel problema! In Toscana per esempio avremmo serie difficoltà di location (si dice così?). Trasferiremmo tutti i cortei a Porto Marghera, nel Tavoliere delle Puglie o, meglio, nel Deserto del Gobi?
Peccato che tanto zelo non si manifesti quando si tratta di difendere i centri storici dalla morsa asfissiante del traffico, dalla macdonaldizzazione, dalla trasformazione di interi quartieri in squallidi turistifici. Peccato che tanta premura non sia condivisa dal ministro Lunardi che vuole sfregiare la Maremma con l'autostrada.
Che sia un pretesto?



03 novembre 2002

 
Interessanti spunti di Ludik sull'estetica del cimitero.

Per associazione di idee mi sono venuti in mente i capsule hotel giapponesi.

E ancora per associazione... ieri ero a Lucca Comics e ho scoperto di essere completamente all'oscuro di quello che è successo nei fumetti dopo l'arrivo dei manga giapponesi.
Devo avere ancora da qualche parte il Corriere dei Piccoli con la prima uscita a puntate di "Una ballata del mare salato" di Pratt. Una folgorazione.

Errata corrige - la prima uscita di "Una ballata del mare salato" fu sulla rivista Sgt. Kirk. Scusa Corto







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